Continuano ad analizzare quale è la sella giusta per ogni ciclista valutando tutti gli aspetti che possono aiutare nella scelta.
Punto anatomico, sella larga o stretta, lunga o corta
Il punto anatomico o per alcuni BRP (Biomechanics Reference Point) è quella posizione che ci permette di avere un punto di riferimento tra i vari modelli e marchi di selle permettendoci di installare nella stessa posizione due selle che hanno forme differenti.
Individuato dalla misura di 75 mm, per tutte le selle, con la sola eccezione di Selle Italia e Selle San Marco che hanno questo punto a 70 mm.
La larghezza della sella è influenzata principalmente dalla larghezza delle tuberosità ischiatiche, oltre che dal peso e dalla posizione che assume in sella il ciclista.
Ogni casa produttrice ha trovato la sua ricetta per far calzare al meglio le proprie selle ai clienti, è quindi difficile avere delle linee generali universalmente valide, è però vero che alcuni punti sono comuni a tutti.
Le tuberosità ischiatiche non sono altro che due dei sei punti di contatto del ciclista con la bicicletta (con mani e piedi), quindi la loro misurazione può darci una indicazione abbastanza precisa sulla larghezza di sella più adatta, la relazione tra questa misura e la sella è la seguente:
Distanza ischiatica 9 – 11 cm larghezza sella 125 – 135 cm tipo sella stretta
Distanza ischiatica 11 – 13 cm larghezza sella 135 – 145 cm tipo sella media
Distanza ischiatica >13 cm larghezza sella >145 tipo sella larga
In questa considerazione non può essere trascurato il peso del ciclista, perché una superficie maggiore riesce a distribuire meglio il carico, tradotto, un soggetto più pesante potrebbe aver bisogno di una sella leggermente più larga a parità di misura del bacino.
Altra caratteristica che determina la scelta della larghezza è l’assetto in sella che tiene ciascun ciclista. Sul piano sagittale la forma del bacino non è simmetrica, la parte anteriore è più stretta di quella posteriore.
Come conseguenza un ciclista che sta più proteso in avanti, o in presa bassa, ha esigenze ben diverse rispetto uno che predilige una posizione più eretta.
Passiamo ora alla lunghezza, tradizionalmente le selle avevano lunghezze di circa 27, 28 cm, con un naso molto pronunciato la cui caratteristica principale era quella di “guidare” la bicicletta con le gambe.
Negli ultimi anni si è fatta sempre più strada la tendenza di avere selle corte, dette boost, inizialmente nate per le crono o il triathlon nata dall’esigenza di aggirare i regolamenti delle competizioni sull’avanzamento sella. Queste ultime permettono un posizionamento molto avanzato del ciclista che ha ottenendo una maggiore efficienza nella spina sui pedali, ma che se non valutata attentamente può portare a sovraccarichi ai distretti delle ginocchia.
Le curvature del piano sagittale e coronale, a cosa servono
Sul piano sagittale, o di profilo, le selle presentano tre ti pi diversi di curvature.
Quelle con profilo piatto permettono maggiori spostamenti sulla sella e vengono preferite per chi ha livelli di expertise bassi piuttosto che nella pratica della MTB dove è più frequente muoversi sulla sella rispetto che con le bici da strada.
Le selle con profilo curvo costringono il ciclista a mantenere la posizione e sono quindi maggiormente indicate per livelli di expertise maggiori, garantiscono anche buon sostegno per i glutei oltre a permettere maggiori rotazione del bacino, in avanti alla ricerca di posizioni più aereodinamiche a patto che i distretti muscolari di schiena e gambe del ciclista siano sufficientemente flessibili da assecondare questo
movimento.
Sul piano coronale, ossia, vista da dietro, le selle possono presentare forme da piatta ad arrotondata andando ad incidere su come il carico venga distribuito, e la scelta della tipologia di curvatura dipende dall’assetto in sella e dalle caratteristiche del singolo atleta.
Il ciclista che pedala più seduto sulla verticale avrà bisogno di una sella più accomodante e quindi leggermente arcuata rispetto ad uno che pedala tutto proteso in avanti.
Con scarico perineale o senza scarico perineale
Lo scarico centrale della sella fu creato inizialmente per poter dare maggior scarico al pavimento pelvico ed alla zona perineale che sono le parti che maggiormente soffrono per un errato appoggio in sella.
Ma questo scarico non è indispensabile per tutti ed è strettamente legato alla tendenza alla antiversione o retroversione del bacino di ciascun ciclista. Inoltre, una sella sbagliata piuttosto che mal posizionata può dare falsi indizi su quelle che possono essere le reali esigenze di ogni singolo atleta.
Nel valutare la correttezza o meno di una sella è fondamentale passare attraverso un’analisi strumentale della pressione in sella, per valutare quali zone della stessa vengano più o meno caricate evitando di caricare in maniera eccessiva la parte centrale e mantenendo sempre il focus sulle tuberosità icshiatiche.
Se la scelta della sella è fatta su evidenze anamnestiche lo scarico perineale da riscontri positivi sia per quanto concerne la pressione che per l’areazione della zona perineale, oltre che a dare un grande benefici al mondo femminile.
Più o meno imbottita, comoda poltrona o full carbon, quale la scelta migliore
L’imbottitura è quella parte della sella che ci dà la percezione del comfort, l’eccessiva morbidezza porta ad avere scarsa stabilità nella pedalata.
Fatto salvo per il cicloturismo che necessita di una seduta quasi verticale e come conseguenza ha bisogno di selle maggiormente larghe e confortevoli, per tutte le altre categorie questa regola non si applica. Una sella troppo rigida può causare problemi alla schiena mentre una troppo morbida compromette la corretta postura sulla bicicletta.
L’ideale è ricercare una sella con un rivestimento compatto e stabile che consenta il corretto posizionamento in sella e che non si degradi nell’arco di pochi chilometri.
Presso Fisiovco è possibile effettuare il servizio di scelta della sella, analizzando e consigliandoti per scegliere la sella più adatta a te.